Non so voi ma io sono di quelli che, quando aprono gli occhi al mattino, il cervello dice “caffè, caffè!”.
Il caffè è un piccolo alberello sempreverde, in grado però di produrre semi che, tostati e macinati, danno origine ad una delle bevande più diffuse e consumate.
QUALI TIPI ESISTONO E COME SI OTTIENE IL CAFFE’ TOSTATO?
Esistono diverse varietà come “Moka”, “Santo Domingo”, “Giamaica”, “Santos”, “Costarica” e molte altre, che prendono nome dalle località di produzione. Qui il caffè subisce parziale essicazione e viene venduto ai grandi importatori ancora verde. Da loro il caffè è poi miscelato e tostato, operazione che fa evaporare la parte acquosa del chicco. Da ciò acquista la classica colorazione bruna, dovuta alla caramellizzazione degli zuccheri. Inoltre, più il caffè è chiaro (meno tostato) più il sapore finale sarà acidulo, più è scuro (più tostato) più il suo gusto sarà amaro.
Più il chicco è tostato, meno caffeina contiene. In Italia la tostatura è abbastanza elevata e quindi il caffè prodotto dalle aziende nazionali è aromatico e relativamente povero di caffeina rispetto ad altri.
Principalmente consumiamo due tipi di miscele: l’ Arabica, più pregiata e aromatica con concentrazione di caffeina pari al 1,1/1,7 % e la Robusta, dal sapore più legnoso e meno pregiata ma con caffeina pari a circa il 2/4,5%.
Com’è usato in Italia?
Gli Italiani sono assidui consumatori di questa bevanda che è usata anche per preparazioni di pasticceria, gelateria e cocktails miscelati.

Anche il caffè del mattino può essere reso goloso e particolare da varie ricette che sono ormai in voga in tanti locali.
Ad esempio i caffettini aromatizzati nei più disparati gusti (con crema di pistacchio, nocciola, mandorla, vaniglia, caramello …) e granelle varie di nocciole, madorle, noci con aggiunta di panna montata e dolcezze varie. Oppure un semplice cappuccino è arricchito con polveri di spezie varie, come cannella, zenzero, paprika o cardamomo.

Se il caffè è usato poi nella preparazione di un buon dolce per accompagnare la colazione o concludere il pranzo, allora questa bevanda diventa davvero speciale!
Per merenda inoltre, oltre ai “classici” come torte e biscotti, specie nella stagione calda sarà fantastico gustare una tradizionale granita siciliana al caffè con ricotta o panna oppure un fresco gelato al caffè.
E per finire, dopo cena, che ne dite di lasciarci tentare da un cocktail miscelato a base di caffè?
Ovviamente direi di non provare tutto nella stessa giornata se vogliamo dormire almeno mezz’ora la notte. Infatti è risaputo che la caffeina è un prodotto nervino, ossia eccitante del sistema nervoso. Quindi attenzione a dosarla nella giusta quantità giornaliera a seconda del nostro fabbisogno!!
QUALI TIPI DI PREPARAZIONI ESISTONO OLTRE ALL’ITALIANO?
Esistono anche diverse varianti del classico caffè italiano fatto con la moka o espresso, che si possono trovare in giro per altri paesi. Ad esempio:
- americano: filtrato lentamente con apposita macchinetta è servito nei paesi anglosassoni e in Usa. In Italia si serve impropriamente un espresso molto lungo miscelato con acqua calda.
- messicano: è una bevanda derivata dalla pianta Astragalus baeticus, che produce semi usati come surrogato di quelli del caffè.
- viennese: servito caldo consiste in una tazzina di caffè zuccherato sulla cui superficie si posa un cucchiaio di panna o crema dolce non mescolata. Servito freddo invece consiste in un paio di palline di gelato alla vaniglia con un espresso caldo e molta panna montata (da qui forse la derivazione dell’affogato al caffè).
- vietnamita: preparato in vari modi, con latte condensato o uovo, caldo o freddo, è una specialità nel sudest asiatico poco conosciuta in occidente ma davvero deliziosa.
- turco: di colore scuro e consistenza sciropposa, è ottenuto con acqua bollita nell’apposito bricco di ottone (detto ibrik) a cui si aggiunge caffè macinato e, a seconda delle località, spezie come il cardamomo.
- valdostano: tipico della Valle d’Aosta e delle zone circostanti è una bevanda molto calda preparata appunto con caffè, zucchero, grappa, scorza di limone e si serve nella coppa dell’amicizia a più beccucci (“grolla”).
Che dire, è un mondo talmente vasto che non faticheremo di sicuro a trovare la ricetta o l’interpretazione che più ci piace!!
fonte: “Grande enciclopedia illustrata della gastronomia italiana”, ed. Mondadori 2007.
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